6 classici che molti fingono di aver letto (e pochi hanno davvero finito)
Quante volte vi è capitato di annuire con convinzione quando qualcuno nominava un grande classico della letteratura, pur non avendolo mai letto (o magari abbandonato a metà)? Non siete soli! Io per prima non sono una gran appassionata di classici, seppur ne abbia amato alcuni (“Orgoglio e pregiudizio” in primis), molti li conosco semplicemente perché se ne è parlato a scuola o per sentito dire.
Sono convinta che ci siano libri che tutti conoscono, citano e discutono, ma che in realtà pochi hanno davvero portato a termine. Le ragioni possono essere tante: lunghezza, complessità del linguaggio, profondità dei temi trattati o semplicemente difficoltà di mantenere alta la concentrazione per centinaia (o migliaia) di pagine. Eppure, questi libri continuano a esercitare un fascino irresistibile, alimentando il mito della “cultura obbligatoria”. Eccovi 6 classici che a mio parere possono rientrare in questa categoria e che spesso finiscono per accumulare polvere sui nostri amati scaffali (spoiler: almeno due di questi stanno facendo esattamente questa fine nella mia libreria).
1. “Guerra e pace” di Lev Tolstoj
Uno dei romanzi più imponenti della letteratura mondiale, con oltre 1.200 pagine e una quantità impressionante di personaggi. La narrazione storica si intreccia con la filosofia e la politica, rendendolo un’opera complessa, ma straordinaria. Tolstoj non si limita a raccontare la guerra tra Russia e Francia: riflette sull’animo umano, sul destino, sulle scelte individuali e sulle forze che muovono la Storia. Molti iniziano con entusiasmo, ma secondo me pochi arrivano alla fine senza saltare qualche pagina qua e là. I monologhi filosofici dell’autore sono profondi, ma a volte risultano un ostacolo per chi cerca una narrazione più scorrevole.
2. “Ulisse” di James Joyce
Capolavoro della letteratura modernista, considerato uno dei libri più difficili mai scritti. La sua struttura intricata, il flusso di coscienza e il linguaggio sperimentale lo rendono un vero banco di prova per noi lettori. Ambientato in una sola giornata a Dublino, segue le vicende di Leopold Bloom in un viaggio interiore pieno di riferimenti, giochi di parole e sperimentazioni stilistiche. Alcuni lo considerano il libro più importante del Novecento, altri un vero e proprio incubo letterario. Se lo hai completato senza perderti per strada potresti meriti un applauso…
3. “Moby Dick” di Herman Melville
La storia di Achab e della sua ossessione per la balena bianca è un pilastro della letteratura americana, ma anche un libro denso di lunghe descrizioni sulla caccia alle balene e sulla vita marina che mettono a dura prova la pazienza del lettore medio. Il romanzo è un intreccio di avventura, filosofia e riflessioni esistenziali, con pagine che spaziano dalla mitologia alle tecniche di navigazione. Molti iniziano affascinati dalla trama epica e dalla figura tormentata del capitano Achab, ma finiscono per perdersi tra i dettagli tecnici e le digressioni enciclopediche che spezzano il ritmo della narrazione. Il risultato? Una lunga, estenuante caccia… sia per la balena che -molto volte- per la voglia di terminare il libro!
4. “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust
Sette volumi, oltre 3.000 pagine e una prosa ipnotica che si sofferma su ogni minimo dettaglio della memoria e della percezione. Un capolavoro assoluto, ma anche una sfida che pochi portano a termine senza lunghe pause e riletture. Personalmente amo le letture minuziose, ma questa ha sfidato la mia pazienza. Proust esplora il tempo, i ricordi, i sentimenti e la società con uno stile unico e raffinato, ma la sua scrittura, con frasi lunghissime e costruzioni elaborate, può risultare impegnativa. Il celebre episodio della madeleine è solo l’inizio di un viaggio interiore che richiede dedizione e pazienza. Non a caso, molti si fermano al primo volume, “Dalla parte di Swann”, senza mai proseguire oltre.
5. “Il Capitale” di Karl Marx
Un testo fondamentale per la storia del pensiero economico e politico, ma anche un’opera estremamente complessa e teorica. Lo si cita spesso nei dibattiti, ma in quanti possono dire di averlo letto per intero? Non io. Il linguaggio è denso, il contenuto ricco di riferimenti filosofici e concetti economici articolati. È un’opera imprescindibile per comprendere il marxismo e l’evoluzione delle teorie economiche, ma richiede uno sforzo notevole per essere assimilata. Per questo motivo, molti si limitano a leggere riassunti, estratti o interpretazioni senza avventurarsi nell’intero testo originale.
6. “Anna Karenina” di Lev Tolstoj
Un altro grande classico firmato da Tolstoj che a mio parere merita di far parte di questa classifica è “Anna Karenina”, una delle storie d’amore più celebri della letteratura mondiale, ma che personalmente non sono mai riuscita a finire. Odiavo tutti, l’unico che mi stava simpatico era Konstantin Dmitrič Levin, ma ho apprezzato tantissimo come viene descritto il contesto storico. Il romanzo intreccia le vicende della passione travolgente tra Anna e Vronskij con un quadro dettagliato della società russa dell’epoca. Tra le sue pagine si trovano profonde riflessioni sulla morale, la religione, il matrimonio e il destino, in fondo capisco perché qualcuno lo definisca appassionante, ma con oltre 800 pagine e una moltitudine di personaggi e sottotrame, “Anna Karenina” può risultare una lettura impegnativa. Il suo ritmo, a tratti lento e descrittivo, trovo che possa mettere alla prova la resistenza dei lettori moderni.
Fammi sapere se anche tu hai lasciato uno di questi libri a metà… o se giri alla larga da qualche titolo in particolare 😉
Sono sicura che qualche amante dei classici arriccerà il naso davanti a questo elenco, ma credo fortemente che questa sia la visione onesta e genuina del lettore medio a cui non piace mettere la testa sotto la sabbia.