Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez, recensione della seconda stagione della serie antologica di Netflix

Buon pomeriggio cuplovers, oggi vi parlo di una serie tv che ha fatto parlare parecchio e che in molti stavano aspettando, la seconda stagione di Monsters, la serie antologica di Ryan Murphy che porta sullo schermo casi di cronaca particolarmente noti. Se la prima stagione trattava la storia di Dahmer, un serial killer efferato, per la seconda stagione Murphy ha scelto una storia più complessa, con più sfumature, quella dei fratelli Menendez.

Monsters la seconda stagione della serie tv recensione su Le Tazzine di Yokonel piattino abbiamo:
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Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez

DISPONIBILE SU Netflix
EPISODI 9
CREATA DA Ryan Murphy e Ian Brennan
Prima stagione: La storia di Jeffrey Dahmer


Bellissimo, QUASI 5 TAZZINE
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Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez è una serie che mi ha tenuta incollata allo schermo come poche altre. Ho adorato l’ambiguità di questa serie, il modo in cui gli autori, a mio avviso, hanno voluto lasciare una certa libertà di interpretazione degli eventi allo spettatore dando due possibili svolgimenti dei fatti.

Considerando che questa serie tratta eventi che sono accaduti nel 1989 non mi sento di mettere particolari allerte per spoiler anche perchè la serie è quasi completamente incentrata sul dopo. Il 20 agosto 1989, Lyle ed Erik uccisero a colpi di pistola i loro genitori nella tavernetta della loro villa di Beverly Hills. La serie ha inizio dopo questo evento, dopo il loro arresto quando emersero due versioni parecchio contrastanti dei fatti. L’accusa sosteneva che Lyle ed Erik avessero ucciso i genitori per soldi mentre la difesa sosteneva che i due ragazzi fossero stati abusati per anni… chi ha ragione?

Ho apprezzato moltissimo le interpretazioni dei due attori protagonisti davvero bravissimi così come tutti i dubbi che la serie fa sorgere nello spettatore. I due fratelli raccontano di come il padre, uomo duro e inflessibile fosse violento e non si limitasse a picchiarli. Lyle ed Erik raccontano di come il loro padre li molestava, di come avesse iniziato con Lyle, fino a quando lui si sarebbe opposto fermamente e il padre sarebbe passato a violentare Erik. La vita dei due fratelli, dal loro punto di vista, sebbene circondati dal lusso, era un vero inferno. E la madre, che avrebbe sempre saputo che Josè violentava i figli, non solo non sarebbe mai intervenuta ma, a sua volta, sarebbe stata violenta con loro. Il rapporto tra Kitty e Josè appariva loro come quello di una coppia ormai infelice da tempo che vedeva i figli come un fallimento, come qualcuno da usare per sfogare le proprie frustrazioni e di cui liberarsi al momento opportuno. Lo spettatore viene risucchiato nella vita da incubo di Lyle ed Erik, fatta di continue vessazione da parte del padre, di urla e minacce.

Lyle ed Erik, convinti che i genitori vogliano ucciderli, avrebbero solo agito in anticipo, decidendo, finalmente, di ribellarsi ai propri aguzzini. La tesi perseguita dagli avvocati dei ragazzi è una delle possibili verità dietro questa terribile storia. L’accusa però racconta una storia ben diversa, quella di due ragazzi che, dopo essere stati estromessi dal testamento, hanno deciso di uccidere i genitori per soldi. Due mostri a cui importava solo dei soldi e che hanno ucciso i genitori a sangue freddo senza alcuna remora…

La serie mostra come il caso di Lyle ed Erik sia ben presto diventato famoso e come, più che la ricerca della verità o di giustizia per la coppia assassinata, seguire il caso sia diventato una moda. Una cosa agghiacciante ma che, purtroppo, succede davvero. I fratelli Menendez diventano dei veri e propri personaggi famosi e tutti sembrano ossessionati dalla loro storia mentre la stampa è decisa a massacrarli. È interessante ed anche inquietante vedere quanto peso ha sulla decisone della giuria l’opinione pubblica. Una giuria dovrebbe decide se condannare o meno gli imputati perché convinta dalle prove, dalle testimonianze e non perché gli imputati sono più o meno famosi…

Lyle ed Erik hanno davvero subito abusi dai genitori? Kitty e Josè erano dei mostri o erano solo una normalissima coppia che, nonostante le difficoltà, non avrebbe mai pensato di uccidere i propri figli? I due fratelli erano davvero convinti di essere in pericolo di vita? É possibile che Lyle ed Eric fossero preda della paranoia?

Alla fine della serie si rimane affascinati dalle ottime interpretazioni degli attori, (Nicholas Chavez e Cooper Koch sono stati bravissimi) e con il dubbio che la verità non sia mai davvero venuta a galla. L’unica cosa certa è che coloro che sanno davvero come sono andate le cose o sono morti o hanno tutti i vantaggi a continuare a sostenere la loro tesi.

Monsters si riconferma un’ottima serie, mi piace che ogni stagione affronti un caso diverso, approfondendo storie di cronaca e dando una personale interpretazione dei fatti. Ve la consiglio se, ogni tanto, avete voglia di vedere una serie crime.