Recensione al film Jojo Rabbit
Buona sera cuplovers!
Oggi torniamo a parlare di film con Jojo Rabbit, la nuova pellicola firmata Taika Waititi.
Sono andata al cinema con la giusta dove di perplessità e di curiosità, confesso che non sapevo proprio cosa aspettarmi e sono uscita dal cinema divertita e contenta di aver dato una possibilità a questo film.
nel piattino abbiamo: contemporaneo
Jojo Rabbit
REGIA di Taiki Waititi
SOGGETTO TRATTO dal romanzo di Christine Leunes
Il mio voto è di
Jojo Rabbit racconta del nazismo attraverso gli occhi del piccolo Jojo un tenero e buffo bambino fedele seguace di Hitler, tanto da arrivare a immaginarsi l’uomo nelle vesti di amico immaginario con cui confrontarsi e avere conversazioni e confronti importanti.
Non vinceranno mai. L’amore è la cosa più forte al mondo.
Jojo vive nell’Austria nazista con la sola compagnia della madre Rosie (una favolosa Scarlett Johansonn) che, spaventata dalla cieca fede del figlio nel nazismo, cerca di crescerlo nel migliore dei modi. Il bambino ha la sua bella divisa da nazista e partecipa a improbabili attività pomeridiane per prepararsi alla guerra. A fargli compagnia c’è sempre il suo buffo amico immaginario, una versione assai particolare di Adolf Hitler che lo spinge a fare sempre del suo meglio e con cui Jojo si confronterà più volte. Nonostante il suo fanatismo Jojo è un bambino dolce e si ritroverà ben presto in difficoltà a seguire le attività del campo quando gli viene messo tra le mani un coniglio e gli viene chiesto di ucciderlo. Il nostro Jojo non può far altro che lasciar scappare l’animaletto meritandosi così il proprio soprannome.
Nonostante il ragazzino si professi così buon amico di Hitler e, quindi, nemico di qualsiasi ebreo, quando scoprirà che nella sua casa se ne nasconde una non sarà così facile per lui prendere una decisione.
Rosie, donna dolce ma anche forte e combattiva, ha deciso di nascondere in casa la giovane Elsa, una delle più care amiche della figlia maggiore, morta qualche tempo prima. Questa parte mi ha fatto un po’ storcere il naso perché, diciamocelo, di storie di ebrei nascosti tra le pareti di casa da coraggiose famiglie tedesche o austriache ce n’è abbastanza, tuttavia il film riesce, pur trattando un tema abusato, ad essere originale e sopra le righe proprio per il fatto di mostrare il mondo visto dagli occhi di Jojo. Il bambino, dopo l’iniziale spavento, comincia a studiare il nemico in modo buffo ma determinato. Elsa decide di stare al gioco raccontando al bambino tutta una serie di storie assurde sugli ebrei assecondandolo e divertendosi a vederlo prendere appunti, allo stesso tempo è anche chiaro che la ragazzina non può fare a meno di essere amareggiata per la quantità di storie spaventose che il regime inculca ai bambini sulla sua gente.
Le convinzioni di Jojo cominciano pian piano a vacillare portandolo ad avere delle lunghe conversazioni con il suo Hitler immaginario che cerca di avvertirlo, senza successo, sui pericoli del parlare con una ragazza ebrea. Le giornate di Jojo continuano a scorrere tranquille fino a quando le strane assenze della madre cominceranno a insospettirlo…
Il film è ricco di scene divertenti e bizzarre che prendono in giro diversi aspetti del nazismo complici il Capitano Klenzendorf, burbero, incosciente e pronto a mettere alla prova i suoi allievi ma anche abbastanza buono da affezionarsi a Jojo e a Rosie, il suo aiutante e innamorato Finkel (Alfie Allen) e un’agguerrita Fräulein Rahm (Rebel Wilson) pronta a dare pistole ai bambini e a mandarli in guerra ma anche piuttosto buffa.
Nonostante il film non manchi di ironia la storia ha dei risvolti tragici a dimostrazione, ancora una volta, di quanto il nazismo abbia segnato un’epoca. Jojo Rabbit mi ha divertito e fatto sorridere, complice un cast strepitoso, mi ha intrattenuto piacevolmente facendo volare le quasi due ore di film, ve ne consiglio la visione nonostante certi aspetti della storia siano parecchio abusati.
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE
Visti i toni del film un finale così amaro e incerto è stato una vera sorpresa. Lo so a molti sarà sembrato comunque un lieto fine ma a me ha lasciato l’amaro in bocca. La scena in cui Jojo vede le scarpe dell’amata madre penzolare dalla forca è straziante. La forte, adorabile e dolce Rosie aiutava di nascosto la resistenza come, del resto, fa anche il marito lontano. Il piccolo Jojo si ritrova solo mentre la guerra volge al termine. Il suo amico immaginario, unico adulto rimasto a cui chiedere consiglio, sparisce nel nulla alla notizia che la sua controparte reale (Adolf Hitler) si è suicidato e così, mentre carri armati e bandiere americane segnano la fine del regime nazista Jojo ed Elsa si ritrovano da soli: cosa ne sarà di loro? La ragazza resterà con Jojo e si prenderà cura di lui continuando a spacciarsi per sua sorella maggiore? Il padre di Jojo, partigiano intento a combattere in Italia è vivo?
Un finale lieto ed amaro al tempo stesso, la guerra è finita, Jojo ed Elsa sono sopravvissuti ma sono soli: cosa ne sarà di loro? Devo dire che il finale mi ha lasciato come sospesa, mi sarebbe piaciuto scoprire cosa è successo al padre di Jojo e cosa ne sarà dei due ragazzini.
Jojo Rabbit si è rivelato un film più divertente e originale del previsto, con un ottimo cast, una bella fotografia e una storia bizzarra che merita di essere scoperta.
LadyCooman
24 Gennaio, 2020L’ho visto ieri sera e mi è piaciuto molto.
Il protagonista è stato bravissimo, così come il resto del cast.
Sul finale hai ragione è rimasto un po’ in sospeso, ma non mi è dispiaciuto, almeno non è risultato banale.
Quello successo alla mamma non me lo aspettavo.
Mi è piaciuta molto l’ironia di questo film.
Ora vado a recuperare gli altri candidati agli Oscar 😉
strega del crepuscolo (Chiari)
24 Gennaio, 2020è vero, il finale in sospeso è meno banale rispetto, forse al classico lieto fine però … non so, non mi ha convinto del tutto.
Tra gli altri candidati ho già visto Joker e C’era una volta a … Hollywood, trovi le recensioni sul blog.