The Witch’s Heart: recensione del libro di Genevieve Gornichec
Buon giorno cuplovers, oggi vi parlo della mia ultima lettura: “The Witch’s Heart” di Genevieve Gornichec. Come avrete capito se mi seguite da un po’ amo la mitologia, la mia preferita è sempre stata quella greca ma anche i miti norreni mi hanno sempre affascinato. Adoro il dio ingannatore, Loki, in ogni sua forma (è anche il mio personaggio Marvel preferito) e non potevo non acquistare The Witch’s Heart, libro che narra la mitologia norrena dal punto di vista di Angrboda, la strega, moglie di Loki e madre dei mostri. Un libro che ho letteralmente adorato e che rimarrà con me a lungo, lo consiglio anche come regalo di Natale se avete amici e conoscenti che amano il personaggio di Loki 🙂
Nel piattino abbiamo
The Witch’s Heart
(The Witch’s Heart)
Genevieve Gornichec
Edito da Mondadori (21 febbraio 2023)
Pagine 388
€ 15,50 cartaceo – € 7,99 ebook
link diretto all’acquisto cartaceo
link diretto all’acquisto ebook
TRAMA DELL’EDITORE
La storia di Angrboda inizia come finisce la maggior parte dei racconti di streghe: con un rogo. Così Odino ha deciso di farla punire per non avergli rivelato il futuro. Da quel momento la strega Angrboda, ferita e impotente, vive raminga nella Foresta di Ferro, lontana da tutto. Qui, la trova Loki, dio dell’inganno, venuto per restituirle il cuore rimasto sulla pira; e presto l’iniziale diffidenza della donna si trasforma in una passione intramontabile, da cui nasceranno tre figli, tre creature uniche. Angrboda li cresce ai confini estremi del mondo, lontano dall’occhio onnisciente di Odino, cercando di costruire una tranquilla vita domestica. Ma una visione le mostra cose spaventose che attendono la sua famiglia, e tutti i Nove Mondi. E ora Angrboda deve scegliere: sottomettersi a un destino cui ha già assistito, o lottare per ridisegnare il futuro di coloro che ama e dell’universo intero?
Direttamente nei miei preferiti: 5 TAZZINE pienissime
Esistiamo da millenni. Non eravamo come oggi, ma esistevamo. Cambieremo ancora come abbiamo fatto in passato, o rimarremo bloccati come siamo adesso per sempre, perchè più persone ci ricorderanno in questo modo?
The Witch’s Heart è uno di quei titoli che, da quando è stato annunciato, ha avuto il mio nome scritto sopra a caratteri cubitali, eppure, per un motivo o per l’altro non l’ho acquistato fino a quando non mi è capitato sotto mano in libreria. Amo la mitologia nordica e Loki l’Ingannatore è il mio personaggio preferito ed ero curiosissima di leggere questo libro. Fino ad ora, nei vari libri che ho letto a tema, Angbroda non è mai stata un personaggio centrale e, di lei, sapevo pochissimo se non che è la moglie di Loki e madre dei suoi tre figli. Angbroda è una donna forte ed è determinata a proteggere la sua famiglia che si ritroverà in balia degli eventi, costretta a piegarsi al volere degli dei. Perseguitata da Odino, bruciata tre volte, Angbroda si ritrova sola a combattere per salvare i suoi figli da quello che verrà. Ho amato la sua determinazione, la sua forza e come ha lottato per loro.
L’incontro tra Angrboda e Loki avviene per caso, quasi sia stato ordito dal destino, entrambi non rammentano nulla del proprio passato se non che la donna è stata l’oggetto di una caccia furibonda da parte del Padre di Tutto che, anche dopo averla bruciata sul rogo per tre volte, continua darle la caccia. Ed è proprio questo che li fa incontrare: Loki restituisce ad Angrboda il suo cuore e questo comincia a battere per quel dio affascinante e sfuggente. Loki è lamentoso, furbo, divertente, affascinante, combinaguai e adorabile. L’Ingannatore ama Angbroda e i suoi figli ma ha una terribile debolezza che sarà la sua rovina. Loki vuole, più di ogni altra cosa, essere accettato tra gli Aesir. Brama l’approvazione di Odino, quel fratello di sangue che non si è mai fidato del tutto di lui e, pur di sentirsi parte di quella famiglia che lo disprezza, è disposto a tutto, anche a tradire la propria.
Ho amato come viene descritta la nascita dei figli di Loki e Angrboda: Fenrir, Jormungand e Hel non sono quelli di cui abbiamo sempre letto nella mitologia, sono tre bambini adorabili che amano la loro madre e desiderano l’affetto del padre. Un padre spesso assente, diviso tra la sua nuova famiglia e quella di cui ha sempre bramato far parte. Un padre che finirà per ferire irrimediabilmente i suoi bambini dando vita a una scintilla che divamperà al momento del Ragnarok. Angbroda cresce i suoi figli isolati dal mondo, protetti, impreparati a ciò che verrà e che tenta con tutte le sue forze di impedire… ma persino la Strega di Ferro potrebbe trovare impossibile opporsi al destino tessuto dalle Norne che Odino stesso è così ansioso di scoprire.
Odino è uno tra i personaggi più interessanti del libro, sebbene non sappiamo praticamente nulla di lui. Il capo degli dei appare affamato di conoscenza, implacabile e crudele, disposto a tutto pur di impedire il Ragnarok ma, alla fine, è solo un padre, che farebbe qualsiasi cosa per salvare il figlio prediletto e, in questo, è molto simile ad Angbroda. Ho apprezzato che non ci sia stato alcun tentativo di rendere gli dei personaggi simpatici o gentili. Gli dei nordici sono inflessibili, spietati, arroganti e non hanno la benché minima intenzione di accettare Loki tra di loro, anche se si divertono a illuderlo del contrario. Il destino di Loki e dei suoi figli è quindi segnato?
The Witch’s Heart è un bellissimo libro che riscrive una storia conosciuta dal punto di vista di un personaggio che era sempre rimasto nell’ombra. Angbroda risplende di luce propria con il suo amore profondo per i figli e il suo desiderio disperato di proteggerli, ma basterà questo a cambiare un destino già scritto? Ho adorato Loki, Angbroda e i loro figli e ho sperato fino all’ultimo in un finale migliore per loro. The Witch’s Heart è un romanzo meraviglioso che consiglio a tutti coloro che amano la mitologia nordica.
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE
Il Ragnarok ha inizio quando gli dei, proprio per impedirlo, sottraggono a Loki e Angbroda i loro figli. Se gli dei non avessero imprigionato Fenrir, se non avessero intrappolato Jormungand negli abissi marini e Hel negli Inferi e li avessero lasciati vivere in pace, il Ragnarok ci sarebbe mai stato? È questo che apprezzo della mitologia nordica: alla fine è proprio colui che più di tutti voleva impedire il Ragnarok a causarlo, Odino. Lo stesso Odino che è sceso in battaglia per vendicare Baldur ma che non lo ha salvato perché sapeva che questo era l’unico modo per farlo sopravvivere.
Certo, è stato Loki a uccidere Baldur ma, se Odino non avesse imprigionato Hel, Loki lo avrebbe fatto lo stesso? Ho adorato che Loki abbia ucciso Baldur perché sua figlia avesse qualcuno a farle compagnia. Che non lo abbia fatto solo per odio ma per rendere felice quella figlia che ha sempre amato più di se stesso, nonostante tutto. Loki è infido, crudele, e ha sprecato un’intera esistenza a sforzarsi di farsi accettare da una famiglia che lo ha sempre odiato ma, alla fine, ha fatto l’unica cosa che poteva per rendere felice sua figlia e che importa che questo abbia causato la fine del mondo?
Il finale con Hel e Baldur assieme in un nuovo mondo mi è piaciuto molto, così come l’idea che i vecchi dei, in qualche modo, continuino a vivere, anche se in forma diversa. L’addio di Loki ad Angrboda l’ho trovato dolcissimo.